Bypass coronarico: maggiore sopravvivenza per i pazienti che assumono farmaci ipolipemizzanti
Uno studio retrospettivo compiuto da Ricercatori della Mayo Clinic a Rochester negli Stati Uniti, ha mostrato che l’assunzione di farmaci che abbassano i lipidi nel periodo perioperatorio è in grado di migliorare la sopravvivenza al momento della dimensione ospedaliera.
Lo studio ha riguardato 4.739 pazienti che erano stati sottoposti per la prima volta, nel periodo 1995-2001, a bypass coronarico ( CABG ).
Tra questi, 2334 pazienti erano in terapia con farmaci ipolipemizzanti nei 30 giorni precedenti l’intervento chirurgico, mentre 2405 non stavano assumendo questo tipo di farmaci.
E’ stato osservato che i pazienti che assumevano farmaci ipolipemizzanti erano più giovani ( età media 66 versus 68 anni ), avevano una più alta incidenza di diabete ( 31% versus 28% ) ed assumevano maggiormente beta-bloccanti ( 77% versus 70% ), rispetto ai pazienti che non erano in terapia con farmaci ipolipemizzanti.
La mortalità ospedaliera è risultata più bassa del 38% nel gruppo dei pazienti, trattati con farmaci ipolipemizzanti.
All’analisi multivariata, l’effetto prodotto dai farmaci ipolipemizzanti ha perso significatività statistica.
Anche altri fattori, tra cui l’uso dei beta-bloccanti, può avere contribuito al miglioramento della sopravvivenza ospedaliera dopo l’intervento di bypass coronarico.
Tuttavia, dallo studio è emerso che il trattamento con farmaci ipolipemizzanti e le statine in particolare, può risultare utile nei pazienti che si devono sottoporre ad intervento di bypass aortocoronarico. ( Xagena2007 )
Fonte: American Journal of Cardiology, 2007
Cardio2007
XagenaFarmaci_2007
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